martedì 2 agosto 2011

Trova le differenze


A volte, come spesso viene sottolineato, è meglio star zitti che dire corbellerie. Però nel Paese della dichiarazione senza controllo, dell'"opinionismo" compulsivo, dove tanti, troppi danno "buoni consigli" e non si risparmiano cattivi esempi, dove basta avere una bocca per parlare senza sentire la necessità di avere qualcosa di perlomeno sensato da dire, anche la strage in Norvegia diventa una buona occasione per i fanatici dei 5 minuti in prima pagina.

Così, mentre da noi l'uomo comune si strappa le vesti, disgustato dai troppo pochi anni di carcere che Brevik si appresta a scontare, addirittura in carceri pulite e non sovraffollate, fuori c'era chi commentava così:
In the safest, most boring country, the worst lone gunman shooting happens. But it will not make our country worse. The safe, boring democracy will supply him with a defense lawyer as is his right.
He will not get more than 21 years in prison as is the maximum extent of the law. Our democracy does not allow for enough punishment to satisfy my need for revenge, as is its intention.
We will not become worse, we will be better.
We lived in a land where this is possible, even easy. And we will keep living in a land where this is possible, even easy.
We are open, we are free and we are together. We are vulnerable by choice. And we will keep on like that, that's how we want to live.
We will not be worse because of the worst. We must be good because of the best.


Mentre da noi sui giornali si leggono accorati editoriali nei quali gli adolescenti che si sono trovati nel bel mezzo di una pioggia di proiettili, a fianco di corpi morti e di amici morenti, vengono definiti codardi e egoisti, uno dei succitati cagasotto, di 16 anni, ci dimostra cosa realmente sia un uomo di spessore e cosa vuol dire "difesa della civiltà":
Hai fallito. Tu crederai forse di aver vinto. Uccidendo i miei amici e i miei compagni, tu forse credi di aver distrutto il partito laburista e coloro che in tutto il mondo credono in una società multiculturale, ma sappi che hai fallito. Non sei un eroe. Ma una cosa è sicura: tu di eroi ne hai creati. A Utoya, in quella calda giornata di luglio, tu ha creato alcuni fra i più grandi eroi che il mondo abbia mai prodotto, hai radunato l'umanità intera.(...) Io non sono arrabbiato. Io non ho paura di te. Non ci puoi colpire, noi siamo più grandi di te. Noi non risponderemo al male con il Male, come vorresti tu. Noi combattiamo il Male con il bene. E noi vinceremo».


Dulcis in fundo accade che, pur non avendo nessun dovere di rilasciare dichiarazioni che non siano di cordoglio e condanna ci sia chi si senta in diritto di giustificare le intenzioni di Brevik e chi giustifica il giustificatore. Il presidente del consiglio affida ad un messaggio il suo sentire. Un messaggio che inizia con "Caro Stoltenberg", e che continua con "a nome del governo e mio personale, le esprimo il nostro profondo cordoglio (..)". Ecco mettete a confronto queste dichiarazioni con le parole del Primo Ministro norvegese. Non so a voi ma la mia personale reazione è stata quella di uno schiaffo in pieno viso: uno schiaffone che dovrebbe riportarci alla realtà, ad aprire gli occhi sulla miseria etica e morale nella quale stiamo annegando. Con un briciolo di intelligenza smetteremmo di parlare a vanvera, a seconda dei casi capiremmo pure di aver detto/pensato/sottoscritto delle emerite stronzate. Con un briciolo di intelligenza e un pizzico di statura morale sceglieremmo meglio gli esempi da imitare.
Miei cari,
che spettacolo!
Mi trovo faccia a faccia con la volontà del popolo.
Voi siete la volontà del popolo.
Migliaia e migliaia di norvegesi – a Oslo e in tutto il paese – fanno la stessa cosa stasera.
Occupano le strade, le piazze, gli spazio pubblici con lo stesso messaggio di sfida: abbiamo il cuore a pezzi, ma non ci arrendiamo.
Con queste fiaccole e queste rose mandiamo al mondo un messaggio: non permetteremo alla paura di piegarci, e non permetteremo alla paura della paura di farci tacere.
Il mare di gente che vedo oggi davanti a me e il calore che sento da tutto il paese mi convince che ho ragione.
La Norvegia ce la farà.
Il male può uccidere gli individui, ma non potrà mai sconfiggere un popolo intero.
Questa sera il popolo norvegese sta scrivendo la storia.
Con le armi più potenti del mondo – la libertà di parola e la democrazia – stiamo disegnando la Norvegia per il dopo 22 luglio 2011.
Ci saranno una Norvegia prima e una Norvegia dopo il 22 luglio.
Ma sta a noi decidere come sarà la Norvegia.
La Norvegia sarà riconoscibile.
La nostra risposta ha preso forza durante le ore, i giorni e le notti difficili che abbiamo dovuto affrontare, ed è ancora più forte questa sera: più apertura, più democrazia. Determinazione e forza.
Noi siamo questo. Questa è la Norvegia.
Ci riprenderemo la nostra sicurezza!
Dopo gli attacchi di Oslo e Utøya, abbiamo affrontato uniti lo shock, la disperazione e il lutto.
Continueremo a esserlo, ma non sarà sempre come è adesso.
Lentamente, qualcuno inizierà per primo a essere in grado di riaffrontare la vita di tutti i giorni. Per altri ci vorrà più tempo.
È importante che siano rispettate queste differenze. Tutte le forme di lutto sono ugualmente normali.
Dovremo comunque prenderci cura l’uno dell’altro.
Dimostrare che è qualcosa cui teniamo.
Dobbiamo parlare con quelli per cui è stata più dura.
Dobbiamo essere umani e fraterni.
Noi riuniti qui questa sera abbiamo un messaggio per tutti quelli che hanno perso qualcuno cui volevano bene: siamo qui per voi.
Guarderemo anche in avanti per la Norvegia dopo il 22 luglio 2011.
Dobbiamo fare attenzione a non arrivare a conclusioni affrettate mentre siamo un paese in lutto, ma ci sono alcune cose che ci possiamo promettere questa sera.
Prima di tutto, oltre tutto questo dolore, possiamo intravedere qualcosa di importante che ha messo le sue radici.
Ciò che vediamo questa sera potrebbe essere la più grande e la più importante marcia che il popolo norvegese abbia mai condotto insieme dalla Seconda guerra mondiale.
Una marcia per la democrazia, per la solidarietà e per la tolleranza.
Le persone in tutto il paese sono fianco a fianco in questo momento.
Possiamo imparare da questo. Possiamo fare più cose come questa.
Ognuno di noi puoi contribuire a costruire una democrazia un po’ più forte. Questo è ciò che vediamo ora qui.
In secondo luogo,
voglio dire questo a tutti i giovani raccolti qui.
Il massacro di Utøya è stato un attacco contro il sogno dei giovani di rendere il mondo un posto migliore.
I vostri sogni sono stati interrotti bruscamente.
Ma i vostri sogni possono essere esauditi.
Potete tenere vivo lo spirito di questa sera. Voi potete fare la differenza.
Fatelo!
Ho una semplice richiesta per voi.
Cercate di essere coinvolti. Di interessarvi.
Unitevi a una associazione. Partecipate ai dibattiti.
Andate a votare.
Le elezioni libere sono il gioiello di quella corona che è la democrazia.
Partecipando, voi state pronunciando un sì pieno alla democrazia.
Infine,
sono infinitamente grato di vivere in un paese dove, in un momento così critico, il popolo scende nelle strade con fiori e candele per proteggere la democrazia.
Per commemorare e onorare le persone che abbiamo perso.
Questo dimostra che Nordahl Grieg aveva ragione: «Siamo così pochi in questo paese, che ogni caduto è un fratello e un amico».
Ci porteremo tutto questo con noi mentre iniziamo a mettere insieme la Norvegia del dopo 22 luglio 2011.
I nostri padri e le nostre madri ci avevano promesso: «Non ci sarà mai più un 9 aprile».
Oggi diciamo: «Non ci sarà mai più un altro 22 luglio».


Dimenticavo. C'è anche chi, seraficamente, usa (male, malissimo, con poco stile, nessuna capacità logica e poca proprietà di linguaggio) la strage di Oslo e world of warcraft per chiedere alla Binetti informazioni sui giochi da PC. Ma è talmente ridicolo che non merita menzione.

giovedì 28 luglio 2011

Coccodrilli



il 25 luglio i poster erano già on line.
Come sempre, in casa Forza Nuova, maestri di opportunità, di eleganza, rispetto, senso estetico. Stavolta anche parolieri senza paragoni.

Cose a cui non voglio abituarmi

Appuntate qui, giusto per ricordare:

Brunetta che si eleva moralmente, si da una pacca sulla spalla, si stringe la mano e alla fine si applaude pure perchè lui, Lui, uomo di "democrazia", concede persino a degli oppositori il diritto di esprimere il loro pensiero. Dandogli dei cretini. Come nel suo stile. Come al solito. Poteva bastare.

Bossi, ministro delle riforme per il federalismo (...) che quando il Presidente della Repubblica - della stessa Repubblica di cui è ministro, intendo - gli fa notare che questo capriccio delle dependance dei Ministeri proprio nun se po' fa per via di quel particolare che è la Costituzione, e che comunque è una spesa che in questo momento non sarebbe il caso di affrontare, lui risponde "Che non si preoccupi". "I ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo là". Che se fossi un pelo maliziosa la cosa più o meno suonerebbe come "NuMmeRompeErCà".

Borghezio, professione europarlamentare, il nostro biglietto da visita in Europa (...)che si pregia di informarci non solo della sua valutazione positiva delle idee di tal Breivik, da poco autoproclamatosi il peggior mostro dopo la seconda guerra mondiale, ma anche della personale valutazione, positiva anche questa, sull'utilità strage. E' un inguaribile ottimista. Te le butta lì, lui, con nonchalance, come quando ha definito definito Mladic un patriota. Non che da una persona che va in giro aportare bigliettini a firma di Ordine nuovo, o che cerca pagliericci da bruciare, meglio se occupati da qualche immigrato, ci si poteva aspettare qualcosa di più.

mercoledì 6 luglio 2011

A passeggio nella Notte della Rete con Wu Ming e l'ortolano di Gilioli (Rossa su Metilparaben)



Ieri, durante la notte della rete, mentre Gilioli stava giustamente facendo notare che la battaglia per libertà della rete è importante sopratutto per i dummies - quindi per persone come me e come il suo ortolano - avevo davanti agli occhi l'immagine di un cetriolo gigante che si profilava all'orizzonte. E si sa che quando un ortolano incontra un cetriolo... Comunque, c'è stato un gran parlare di copyright, finchè qualcuno ha fatto notare (Guido Scorza in modo chiarissimo ed incisivo) quello che già era chiaro: il copyright non c'entra una mazza. Che tradotto in lingua madre si dice "ce la stanno a incartà".

Ma facciamo finta di essere quei quattro imbecilli che ci credono, parliamo di copyright. Alcuni anni fa, per l'esosa cifra di cinquemila lirette ho comprato un libro su una bancarella, un libro che ho amato moltissimo, che ho prestato tantissimo e che avrei acquistato più volte per regalarlo ad amici. Ho chiamato la Casa Editrice che dopo aver controllato mi ha informato che non solo non aveva più copie in magazzino, ma anche che non era più proprietaria dei relativi diritti, faccio alcune indagini e scopro che in Italia nessuno aveva acquistato i diritti di quel libro. Allora ho contattato l'autore (non mi basta un solo "no" per fermarmi) per sapere se, hai visto mai, aveva delle copie in italiano. L'autore, gentilissimo, mi ha detto che non ne aveva, proponendomi l'acquisto in inglese o tedesco. Il libro volevo regalarlo a persone che non parlano nè leggono altra lingua se non l'italiano (romano al massimo), quindi chiedo all'autore, visto che l'Italia non era tra i Paesi tutelati dal diritto d'autore, la possibilità di copiarlo in un file e distribuirlo agli amici. L'autore, gentilissimo, mi ha risposto iscrivendomi alla sua newsletter. Io ho un gran rispetto per la proprietà intellettuale, anche se la ritengo un'immane stronzata, ma mi chiedo: una cosa che non è accessibile perchè c'è un vincolo su un'idea, esiste realmente? Chi ne giova di un libro scritto che non si può leggere? E mentre mi attardavo in pratiche onanistiche e su questioni utopiche esce "Q" di L. Blisset, ora Wu Ming.
"Q", come tutte le opere di Blisset / Wu Ming è acquistabile in libreria. Ma anche scaricabile gratuitamente dal loro sito. Come tutta la proprietà intellettuale di Blisset /Wu Ming può essere copiato, diffuso, modificato, a patto di citare la fonte e di non farne un'operazione commerciale. E, per impedire che i soliti marpioni guadagnassero con l'altrui ingegno viene contrassegnato con un copyright particolare, spiegato con assoluta proprietà di linguaggio e competenza da Wu Ming 1:
Se il software libero fosse rimasto semplicemente di dominio pubblico, prima o poi i rapaci dell'industria ci avrebbero messo sopra le grinfie. La soluzione fu rivoltare il copyright come un calzino, per trasformarlo da ostacolo alla libera riproduzione a suprema garanzia di quest'ultima. In parole povere: io metto il copyright, quindi sono proprietario di quest'opera, dunque approfitto di questo potere per dire che con quest'opera potete farci quello che volete, potete copiarla, diffonderla, modificarla, però non potete impedire a qualcun altro di farlo, cioè non potete appropriarvene e fermarne la circolazione, non potete metterci un copyright a vostra volta, perché ce n'è già uno, appartiene a me, e io vi rompo il culo.

Le cose sono tre: Wu Ming è (sono) un'idiota perchè permette la riproduzione di un'opera "sua", passerà la vita a mangiare pane e unghie. Wu Ming è (sono)il san francesco della letteratura moderna, se ne frega dei ricavi e affianca, alla dieta a base di unghie un grosso rigonfiamento dell'ego. Wu Ming è (sono) uno scrittore che ha capito come alla diffusione di un'opera gratuitamente si affianca l'acquisto dell'opera stessa da una base più larga di acquirenti. Se pensate che le cose non vadano in questo modo fate un giro in rete e date un'occhiata: "Q" dal 1999 al 2010 ha venduto 277.096 copie ed è stato scaricato 8325. Ad ogni download corrispondono più di 30 acquisti. Personalmente l'ho scaricato su ogni pc che ho posseduto dal '99, inviato a dozzine di amici e comprato sicuramente più di 10 volte (2 solo per me).
Quindi, questo copyright a chi serve? All'autore o all'editore?
Lo stesso discorso può essere fatto in settori diversi, Zanello l'ha spiegato bene ieri sera, raccontando che se anche lui vuole mettere alcuni brani scaricabili, corre il rischio (da domani forse la certezza) che l'editore o il vattelappesca in questione possano bloccare il tutto. Lo stesso Zanello ci dice che pur "perdendo" ipoteticamente parte dei suoi guadagni per via del libero download, ne acquista in popolarità che vuol dire anche più persone ai concerti, e una base di acquirenti più vasta. Anche i Radiohead hanno fatto un'operazione simile, e conti alla mano non ci hanno rimesso soldi o pubblico.
Certo, se posso scaricare un pezzo musicale che fa schifo non lo comprerò mai (e lo cancellerò immanentemente dal pc), ma se il pezzo mi piace, è buono, lo compro e come! Allora forse 'sto copyright difende editori e "cani".. del resto di unghie vive solo l'artista vero e l'artista bravo.
Vogliamo parlare del cinema? Avete idea di quanti film vengono girati in Italia e mai, MAI distribuiti? Non varrebbe comunque la pena di renderli accessibili? Togliere i diritti e farci vedere tutto sto materiale? E dei film stranieri, magari nemmeno in lingua inglese che non potremo mai vedere perchè c'è qualcuno che impedisce la loro diffusione nel nostro paese? Se avessimo la possibilità di guardarli non sarebbe un bene per tutti? Ne gioverebbe la produzione, il regista, ne gioverebbe il pubblico.
Se fossimo liberi dal copyright ne gioverebbe l'arte. Pensate a quante cose potrebbero nascere se solo fosse possibile utilizzare musica e video, musica e scrittura, video e scrittura e tutti gli incroci possibili anche con fotografia, danza, teatro ecc. Pensate a quanto "bello" perdiamo, a quante idee non possono nascere, a quante strade non possono essere percorse, quante cose non impareremo mai solo perchè 'sta cazza de "C" impedisce e limita la creatività.
Allora mi sta anche bene, parliamo di copyright seriamente, diciamoci che queste novità sulle attribuzioni dell'AgCom non c'entrano niente ed apriamo un dibattito serio in cui gli autori e non solo gli editori (indico gli editori per semplificare, ma di diritti per entità diverse ne esistono parecchi: esecuzione, sincronizzazione ecc) abbiano la possibilità di essere ascoltati, diamo ad ognuno la libertà di fare ciò che crede con le "sue" opere e alle opere la possibilità di esistere. Non che in questo modo possa nascere un mondo migliore, ma di certo un mondo più bello.


su Metilparaben

martedì 5 luglio 2011

Medioevo

La Corte di Cassazione d'ora in poi rifiuterà la concessione delle attenuanti ai mariti violenti che invocano clemenza sostenendo di prendere ancora ad esempio il modello del padre e marito padrone.


5 luglio 2011. Italia.

La notte della rete


Online video chat by Ustream

Quel che resta della libertà di informazione



In estrema sintesi sta succedendo questo: il 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice.
Avete mai riflettuto attentamente sul vero scopo di questa gente?
Il diritto d'autore in sé e per sé, per come la vedo io, è solo un pretesto o un obiettivo intermedio, fate un po' voi; quello che stanno realmente cercando di fare è molto più ambizioso, e letteralmente terrificante: trasformare il web in una specie di gigantesca televisione, i cui contenuti verranno decisi unilateralmente dai soliti potenti, e relegare gli utenti di internet al ruolo di webspettatori, la cui unica alternativa possibile sia farsi piacere quello che vedono o cambiare canale.
E' questa, in realtà, la partita che stiamo combattendo: difendere un formidabile strumento di comunicazione a disposizione di tutti per evitare che lo trasformino in una scatola da piazzare in mezzo al salotto, tra un divano, un tavolinetto basso e un paio di poltroncine.

COSA FARE:

- vai alla pagina di Agorà Digitale in cui sono raccolti tutti i link, le iniziative e le proposte dei cittadini;

- firma e diffondi la petizione sul sito di Avaaz;

- partecipa e invita tutti i tuoi amici a "La notte della rete": 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti.

SE SEI UN BLOGGER:

- scrivi un post, usando il logo che vedi qua sopra e riportando tutti i link, e diffondilo più che puoi tra quelli che conosci;

- trasmetti sul tuo blog la diretta streaming della notte della rete: basta copiare e incollare il codice qui sotto

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Istruzioni:

Blogger: selezionare il codice su questo post e copiarlo; creare un nuovo post sul proprio blog, in alto a destra cliccare sulla linguetta "Modifica Html" e incollare il codice copiato.

Wordpress: selezionare il codice su questo post e copiarlo; creare un nuovo post sul proprio blog, in alto a destra cliccare sulla linguetta "HTML" e incollare il codice copiato.


ps. se vi sembra di aver già letto queste parole non siete vittime di allucinazioni. Sono tutte parole, opere e missioni di Metilparaben. E' talmente chiaro, immediato e semplice che di meglio così, non si poteva dire. qui sotto tutti i link ai post originali

Io non voglio essere cancellato

Vogliono fare di internet una grande televisione

Signore e signori, il regime

La notte della rete: trasmetti anche sul tuo blog la diretta streaming

e visto che ci siamo, con uno sguardo agli articoli su l'Espresso, non fate un soldo di danno

lunedì 27 giugno 2011

Deposite aqui sus suenos

#SpanishRevolution [ITA] from mikelee on Vimeo.


Alcune emozioni hanno un impatto fisico impressionante. Capita, in genere, quando non te l'aspetti. Sono un pugno nello stomaco, il cuore che si ferma. Sono una boccata di ossigeno dopo una prolungata apnea. E' come quando, in piena estate, dopo qualche ora passata sotto al sole ci si tuffa in mare: senza fiato in gola, per un istante il corpo si immobilizza, cristallizzati, al limite dell'infarto. Sono emozioni che possono diventare una sorta di rivelazioni.

Nello stesso modo capita, a volte, come in una sorta di rivelazione, che si senta forte un moto a dire basta. Non è semplice contestazione, non ha nulla a che vedere con la ribellione nè con la rivoluzione. E' più una presa di coscienza, un misto di stupore per non essersi mai accorti veramente di quello che accade e l'urgenza di fare qualcosa, di mettere in atto, di movimento. Fare in modo che al pensiero segua l'azione, o qualcosa di simile. Smettere di percorrere una strada senza sapere dove si sta andando.




A volte queste premesse producono un miraculum, una cosa meravigliosa. Spesso queste cose meravigliose derivano dalle azioni di persone che improvvisamente e naturalmente, senza forzature vivono come Uomini, diventano liberi, non dal contesto ma da loro stessi. Mi piace pensare che la vera Libertà di Essere non possa essere limitata da nessuno se non da noi stessi. E nel momento in cui ci si rende conto di questo anche le azioni, le più piccole, quelle quotidiane e fino ad un istante prima insignificanti diventano eroiche. Di certo il terreno più fertile per far crescere questo tipo di frutti è quello dell'ingiustizia, o meglio, di quello che viene percepito come ingiustizia.
Penso che in ogni persona ci sia un senso innato di "giustizia", che può di certo assumere forme e colori differenti, ma sono certa - forse in modo troppo ingenuo per i miei quasi 37 anni - che tutti, dentro, sappiano se una determinata azione sia "giusta" o "sbagliata" per il proprio sentire. Poi barattiamo la giustizia con altro, che sia l'opportunità, o il tornaconto personale. Se siamo fortunati, almeno una volta nella vita, almeno per pochi istanti sentiamo il nostro corpo, il nostro cuore urlare forte "Basta!".



Deve essere successo qualcosa di simile, forse, alle migliaia di persone che in Spagna stanno dicendo "Basta!". Deve essere scattata una molla potente in tanti se spontaneamente "mille mila" cittadini di diversa estrazione, cultura, età, religione, orientamenti personali hanno deciso di essere liberi. O meglio, credo che di fondo ci sia la consapevolezza di non poter essere e fare altrimenti. Quindi ti alzi in piedi, alzi la testa e smetti di darti scuse per non fare. Smetti di dire che tanto le cose vanno così, che è il futuro e che bisogna abituarsi. Smetti improvvisamente di prenderti per il culo, e così facendo impedisci che lo facciano gli altri. Ti rendi improvvisamente conto che forse quello che pensavi fosse impossibile, non lo è. Che quello che credevi fosse doloroso, lo è meno di quanto ti aspettavi. In quei momenti, cosa meravigliosa, non ti pieghi, in quei momenti non sei più disposto a concedere deroghe, ad aspettare momenti migliori o a dire "le cose vanno così, cosa posso fare".



Ingenuo, sì, ma ogni cambiamento che tende al miglioramento ha una base di ingenuità. Perchè oggi le parole hanno cambiato un po' il loro significato: è ingenuo chi crede che si possa migliorare, è ingenuo chi combatte per i diritti civili, è ingenuo chi crede che assieme si possa fare qualcosa.
Certo, non è detto che da questo nascano dei cambiamenti immediati, ma una massa di persone che pensa e vive in un determinato modo modifica una società dal suo interno, lentamente e in modo duraturo.
Certo, non è detto che si ottenga tutto e subito, ma la freccia va puntata più in alto del bersaglio, e questo non lo dice uno dei ragazzi di Puerta del Sol.
Per questo, al di là dei cambiamenti immediati, credo che quello che sta succedendo in Spagna sia un respiro dopo una lunga apnea, un tuffo nell'acqua fredda in piena estate, un'occasione per ricordare che le persone, noi stessi siamo definiti anche da quello che crediamo, da quello che facciamo e dal modo in cui lo facciamo.
Comunque vada queste persone stanno ricordando a tutti noi che la democrazia, in un Paese che vuole essere civile, non è qualcosa che si subisce

domenica 26 giugno 2011

Tutti i colori dell'arcobaleno (part V)





Tutti i colori dell'arcobaleno (part IV)





Tutti i colori dell'arcobaleno (part III)





Tutti i colori dell'arcobaleno (part II)






Oh, e c'erano proprio tutti...

Tutti i colori dell'arcobaleno


Terribilmente in ritardo per un post sull'Euro Pride di Roma, lo so, ma colgo al volo la buona notizia che viene da lontano, dagli USA, Stato di NY, città di Albany. E' probabilmente una di quelle "riforme" che tra un "tot" di anni verrà considerata una tappa fondamentale per un popolo che tende alla civiltà. Un po' come è successo per l'abolizione delle discriminazioni razziali. Lo Stato di New York ha reso legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Suona banale e ovvio a mio modo di vedere, eppure per molti milioni di persone segna un piccolo per passo per l'uomo e un enorme passo per la civiltà.
Mi unisco ai festeggiamenti condividendo con voi quell'aria buona che ho respirato alla manifestazione dell'11 giugno




lunedì 20 giugno 2011

Il miracolo dell'Acqua e dell'Aborto

Nella vita tutto può capitare:
può capitare che uno esce di casa senza ombrello e piove.
Può capitare che se una cosa può andare storta, allora ci andrà,
può persino capitare che si apra una voragine sotto i nostri piedi mentre il grosso pianeta nero si schianta sulla faccia della terra provocando un'altra era glaciale.
Ma la sfiga peggiore, sostiene monsignor Crepaldi Vescovo di Trieste, che possa capitare ad un cristiano preso a caso, che abbia barrato SI sulla scheda referendaria ai quesiti sull'acqua, è che abbia votato nello stesso modo di altre persone, magari riunite in associazioni, a favore dell'aborto (!).
Può capitare che uno pensi di andare a votare per l’acqua insieme ad associazioni che promuovono i diritti umani. Poi però si accorge che quelle associazioni che promuovono i diritti umani e votano con lui per l’acqua sono anche a favore dell’aborto, lo sostengono teoricamente e lo promuovono praticamente.

Questa dichiarazione può provocare varie reazioni: stupore per il bizzarro accostamento tra acqua e aborto; vertigine nel cercare di capire qual è il problema; annichilimento da senso di colpa se siete donne che hanno avuto un aborto, infermier-dott-anestesist che assistono le donne durante un aborto, uomini che hanno sostenuto le loro mogli/compagne/fidanzate, uomini che non hanno sostenuto nessuno ma che si sono sentiti sollevati dalla scelta delle partner di abortire. Qualsiasi reazione voi stiate provando, sappiate che questo è solo il passo finale di lungo articolo, nel quale imparerete che alcuni degli slogan usati nelle varie campagne pro- si al referendum, e in particolare "Ho sete" (con l'immagine di Gesù sulla croce) ed anche "l'acqua bene primario creato da Dio" e persino "l'acqua diritto universale" (Il monsignore sta mettendo il copyright anche a "diritto universale"?) sono segni dell'integralismo di cui è stata piena questa campagna. L'integralismo. Ci vedo del cinismo in questo. E il tentativo di mettere il copyright anche sulla locuzione "diritto universale".
Monsignore sta mettendo a dura prova la mia fede.

domenica 29 maggio 2011

Pubblicità ingannevole - Rossa su Metilparaben



E' da un po' che in regione (Friuli Venezia Giulia) si vedono affissioni di questi poster. In realtà la prima versione - o versione parallela, non so - era leggermente diversa: lo slogan recitava "Civiltà prodotto tipico friulano", non c'era il logo dell'europride ma erano segnalati gli sponsor (gayfriuli e arcilesbica udine). Questo solo per dovere di cronaca.

Ammetto che l'unica cosa a cui ho pensato è stata: "Civiltà in tema gay prodotto tipico italiano? Ma che è? 'na speranza o 'no scherzo?". Alla fine ho capito, quella che vedete è pubblicità ingannevole! Come ci sono arrivata? Leggendo stamattina un articolo su "Il Piccolo" on line - giornale locale - dal quale apprendo, senza la minima sorpresa, che alcune persone si sono lamentate dell'ubicazione dei poster: addirittura nei pressi di una scuola di infanzia! Non solo, i solerti genitori in questione, senza nessun tipo di sollecitazione esterna fanno notare che i suddetti cartelloni sono stati avvistati persino nelle vicinanze di una scuola elementare e di un'associazione sportiva per bambini. Tragedia e vilipendio. Chissà sti "pori regazzini" che traumi, insomma, un conto è accendere la tv a qualsiasi ora e vedere sventagliate di culi eterosessuali, ballottaggi di tette extra-size, uomini-uomini machi-machi ammiccanti, programmi in cui il partner si sceglie tra il pubblico, tra i concorrenti o in cui se sei talmente insicuro da voler mettere alla prova il tuo uomo o la tua donna gli procuri un appuntamento con l'escort di turno per vedere che fa (al masochismo non c'è fine); un altro conto è vedere due persone che si baciano, vuoi mettere?
Infatti i genitori dichiarano (il neretto è il mio):
«Non ho nulla contro gli omosessuali ma trovo sconveniente che un simile cartello venga affisso proprio all'esterno di una scuola d'infanzia - osserva Mariagrazia, mamma di un bimbo della Pollitzer e portavoce di dissenso di altri genitori - mio figlio fortunatamente non l'ha ancora notato»

I bimbi scorrazzano felici sull'erba dell'asilo, si arrampicano sulle panchine, saltellano giù dagli scalini. Molti di loro quei cartelloni accanto al loro asilo non li hanno ancora visti


Ma allora, se non ci sono bambini devastati dall'immagine di un bacio.. qual'è il problema? Sono sempre i nostri prodi a darci una risposta:

«Quello che mi fa imbestialire è che oggi noi genitori facciamo di tutto per tenere lontani i figli da certi discorsi - evidenzia ancora Mariagrazia - e poi ti sbattono queste immagini in faccia».

«Non mi piace quel cartellone», ammette Radica, madre serba di due bambini di 2 e 6 anni. E rincara: «Faccio appositamente un'altra strada per non far vedere a mia figlia che in questo periodo è già piena di curiosità - riferisce Francesca, la madre di una bimba che frequenta la Pollitzer - certi temi io desidero trattarli quando ritengo sia il momento adatto e non quando uno sciocco cartello me lo impone».

«Non siamo omofobi ma i nostri figli non sono ancora in grado di capire...»


Probabilmente tutta la civiltà di cui siamo capaci si racchiude nell'incipit della prima e dell'ultima citazione: "Non ho nulla contro gli omosessuali ma" e "Non siamo omofobi ma"


Detto questo la domanda è: vista la naturale tendenza dei bambini ai baci (che dio, l'universo e la natura li preservino), sopratutto in età da scuola d'infanzia, cosa faranno mai 'sti genitori se dovessero vedere che la pargola bacia un'altra bambina o se il "muletto" in uno slancio d'affetto abbraccia e bacia un compagno di giochi? Io giocavo a "fare l'amore" con la mia migliore amica a quell'età, e nessuna delle due ha avuto bisogno dello psichiatra per questo.. quindi, chi è che provoca paure idiote? Da dove nasceranno mai i sensi di colpa con cui molti omosessuali dovranno avere a che fare da adolescenti? E i pregiudizi con cui tutti dovremo fare i conti domani?
E rincaro, visto che statisticamente ogni 10 bambini uno è gay, cosa succederà in famiglia? E tutte le lezioni di machismo o di femminilità coatta dove andranno a finire? Probabilmente tra qualche anno leggerò con interesse un qualche articolo di giornale che titolerà
"Mio figlio gay per colpa dei poster fuori dall'asilo"


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sabato 28 maggio 2011

Il patriottismo di Borghezio e le fosse comuni

Alcune cose che accadono mi fanno arrabbiare, altre mi stringono il cuore in una morsa di disgusto. A volte certe dichiarazioni mi lasciano delusa o triste o rabbiosa.
Questa volta sono impreparata. Non avrei voluto leggere.

Mai più! si era detto alla fine della seconda guerra mondiale. Mai più! è morto l'11 luglio 1995.

L'11 luglio è uno dei giorni della vergogna europea, l'11 luglio è entrato nel vivo il progetto di genocidio, l'unico in Europa dalla II GM. Dall'11 luglio fino al 19, sotto gli occhi dei caschi blu sono state uccise tra le 8000 e le 10.000 persone, tutti uomini, tutti mussulmani, dagli 8 agli 80 anni. Sto parlando del genocidio di Srebrenica. Bambini, adolescenti, uomini e vecchi furono separati dalle donne e uccisi. Fatevi i calcoli, tra le 8.000 e le 10.000 persone in una settimana. Sono stati per lo più sgozzati e gettati, i fortunati, in fosse comuni. Siamo in grado di provare pena per un singolo morto, ma quando i numeri diventano così grandi è più facile far finta di niente, relegare il pensiero ad un concetto. Una persona vittima di una violenza ha un viso, un nome, una storia. Possiamo identificarci, piangerla, indignarci. Ottomila persone diventano un concetto, come se non fossero 8000 visi, 8000 nomi, 8000 storie. Che fardello diventa, per una coscienza, quello composto da 8000 persone? Tutto questo è avvenuto in una zona di sicurezza, safe heaven in linguaggio tecnico e rappresenta perciò un simbolo dell'impotenza della comunità internazionale ad intervenire nel conflitto e a proteggere la popolazione civile (cit. dal link qui sotto). Almeno 25.000 donne, bambini ed anziani sono stati deportati. Venticinquemila.
Ai sopravvissuti, per lo più donne, rimane l'angoscia di essere sopravvissute. Rimangono le domande sul perchè. Rimane il dolore di non avere una tomba, una fossa su cui piangere i figli, i mariti, i fratelli, i nipoti.
Alla società sopravvissuta sono state strappate intere generazioni maschili.

L'11 luglio è la giornate che il Parlamento europeo ha scelto per commemorare il genocidio di Srebrenica - raccomandazione non accolta in Italia. Trieste (Italia) dista circa 5 km dal confine con la ex-Jugoslavia.

Non sono preparata, dicevo all'inizio del post, alle dichiarazioni di Borghezio.
i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche. Sarebbe bene fare un processo equo, ma del Tribunale dell'Aja ho una fiducia di poco superiore allo zero. I Serbi avrebbero potuto fermare l'avanzata islamica in Europa, ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i Serbi, compreso Mladic. Io comunque - assicura - andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà".

Provo vergogna e rabbia. Provo pena per me, per il mio paese sempre più distante da quello che considero il "mio Paese". Sono nauseata dal livello raggiunto, dall'assenza di umanità, dal fatto che il signore in questione, essendo europarlamentare rappresenti anche me. Quello che invece non riesco a descrivere con le parole è il sentimento che provo nei confronti di tutte le persone colpite direttamente da questa tragedia. Penso ad Azra, a Nezira e a Matea. Penso alle donne bosniache, ma anche alle serbe che combattono ogni giorno assieme per ricostruirsi una vita, per avere giustizia, per andare avanti. Penso alle Donne in Nero che l'11 luglio di ogni anno sfilano in una veglia silenziosa, perchè il dolore non ha suono. Penso a tutti quegli uomini e donne, i bambini di allora a cui è stata strappata la famiglia, le radici, il futuro. Penso al presente di chi ha vissuto una guerra tanto disumana da rendere animali gli esseri umani. Penso che durante il conflitto, mentre le donne venivano stuprate (bambine, adolescenti, donne e anziane), noi, gli europei, mandavamo pacchi con i preservativi e organizzavamo corsi (in Bosnia) di educazione sessuale. Penso che mentre le persone a Sarajevo soffrivano per la mancanza di sale (manco nel medio evo, porca eva), noi spedivamo pacchi di pentolame. Penso che questi doni venivano lanciati dagli aerei, e le persone spesso morivano per recuperarli*. Penso che le responsabilità siano ovunque, ma che chi ha subito sulla propria pelle gli eventi di quegli anni non potrà mai avere giustizia. Penso che le parole di Borghezio siano l'ennesimo sfregio sui loro visi.

Borghezio dice sostanzialmente che Mladic è un patriota perchè ha provato a fermare l'avanzata islamica in Europa. Vorrei presentarvi alcune di queste mussulmane, donne pericolose secondo lui. Donne da cui vorrei imparare la dignità e la forza. Questa è la mia pietra per i loro morti e per tutti i morti, di ogni età e religione di quella assurda guerra. Questa è la mia pietra perchè non voglio dimenticare.





*dal libro "Cartolina dalla Fossa" di Emir Suliagic, ed. Beit, € 20,00

domenica 15 maggio 2011

Preferisco l'arcobaleno - Rossa su Metilparaben

Anni fa, durante una cena con degli amici di famiglia, ho scoperto con non poca sorpresa che il padrone di casa era vittima di una fobia particolare: lui era terrorizzato dai nani. Di più, nella sua argomentazione parlava di "schifo nel guardarli", di orrore nel pensare che potessero esistere storie d'amore tra persone "normali" e "nani", della necessità di dotarsi di leggi per vietare questi matrimoni, che rischiavano di contaminare il genere umano, ed "amenità" del genere. In questo suo folle ragionamento era persino arrivato a teorizzare che l'evoluzione stessa degli esseri umani dimostrava che le popolazioni "incivili" erano di bassa statura, e che la progressione della civiltà portava innegabilmente un'innalzamento della statura. Aveva addirittura programmato dei quartieri, da costruire all'interno di ogni città dove far vivere i nani, studiati per le loro esigenze, un solo esempio per tutti: cosa se ne fanno i nani di appartamenti con i soffitti a tre metri? due sono sufficienti, perdinci! Tra le altre cose si scagliò contro una delle favole più amate dai bambini.. Biancaneve e i 7 nani. Favola che, secondo il suo pensiero era diseducativa, perchè i bambini potevano anche crescere con l'idea che un nano fosse una persona come le altre.
Immagino che la quasi totalità delle persone ritenga tutto questo perlomeno stupido.
Questo episodio mi è tornato in mente ieri, leggendo della proposta di Giovanardi e Casini di vietare "The Sims", il videogioco, ai minori.
La mia prima reazione è stata una risata isterica, seguita da un turpiloquio interiore. Dopo però, la mente ha cominciato a vagare come mi era successo anni fa, pensando ad un mondo dove le persone basse non fossero mai esistite. La domanda a cui cercavo di rispondere era: che mondo sarebbe se davvero censurassimo gli omo i bi e trans - sessuali e tutto quello che a livello storico, economico e culturale hanno apportato?
Dovremmo abolire le favole di Andersen: il brutto anatroccolo, la sirenetta, i vestiti nuovi dell'imperatore, la piccola fiammiferaia, la principessa sul pisello, il soldatino di stagno (e tutte le altre); dovremmo proibire i libri, i film, le bambole e ogni altro derivato delle sue fiabe.
Dovremmo rinunciare alla bellezza dei versi di Byron, di Saffo, di Garcia Lorca, di Ginsberg, di Palazzeschi, di Rimbaude, Verlaine e Shakespeare, di Oscar Wilde, di Proust e della Dickinson. Bruceremmo le pagine di Capote, di Melville, di Tasso, della Yourcenar, di Mann e di Cocteau.
Non ascolteremmo più Tchaikovsky, Beethoven nè Cole Porter, Elton John, Joan Baetz, Freddy Mercury, Bernstein, e neanche Ricky Martin, George Michael, Michael Stipe (Rem).Non potremmo godere della grazia della Rubinstein o di Nuriev (sì, lo so che sono morti).
Chiuderemmo in una stanza le opere di Warhole, Keith Haring, basquiat, Frida kahlo e di Tina Modotti.
Per non parlare del cinema, che fine farebbero i film di Visconti di Almodovar o di Pasolini, di Gus Van Sant, Joel Schumacher, Ozpetek? E i film interpretati da Rock Hudson, dalla Garbo o dalla Dietrich, da Rupert Everett, Montgomery Clift, da Cary Grant, Rodolfo Valentino, cinthya Nixon (Miranda di sex&the city, Kelly McGillis (top gun), Jodie Foster?
Non dovremmo, forse, nemmeno più indossare abiti (o imitazioni, o ispirazioni da) di Valentino, Dolce e Gabbana, Gaultier, Versace!
E dovremmo persino cancellare dalla storia Adriano (non il calciatore, ma l'imperatore) e Alessandro Magno, Platone, Foucault, Erasmo da Rotterdam, la Regina Cristina di Svezia, Federico II di Svezia, Eugenio di Savoia, Umberto II di savoia, Anna d'Inghilterra, Edoardo d'Inghilterra, Ludwig II di Baviera, James I Stuart re di Scozia ed Inghilterra, Federico II di prussia (Federico il grande), Giovan Gastone de Medici, Eleanor Roosvelt..

Non so cosa ne pensiate voi, ma secondo me sarebbe un mondo un po' più grigio, povero. Sicuramente sarebbe un mondo dove si può vivere, biologicamente parlando, ma sarebbe davvero un gran peccato rinunciare a tanta bellezza..


Nota di Rossa: tanto per essere chiari.. So (anzi spero) che nessun politico in Italia ha mai azzardato una proposta di censura così radicale. So che alcuni dei nomi elencati potrebbero provocare malumori e pruriti di vario genere, ma abbiate pazienza e non soffermatevi sul particolare, l'esasperazione è parte del volo pindarico.

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sabato 14 maggio 2011

FN e le donne. Una relazione complessa - Rossa su Metilparaben


Trieste, piazza tra i rivi, 13 maggio 2011


Che già da sola l'idea di ridurre le donne a una categoria da proteggere mi irrita e il fatto sottinteso che le donne italiane siano diverse dalle altre donne mi fa accapponare la pelle. Ma vedere l'ipocrisia becera di FN (formazione violenta, razzista, xenofoba e antisemita)mi fa veramente arrabbiare: all'interno del gruppo di quelle che loro chiamano le "nostre" donne (scritto più piccolo come ogni fregatura pubblicitaria) non rientriamo mica tutte, se non siamo fasciste, eterosessuali, bianche, italiane, vestite come piace a loro, non solo non possiamo beneficiare della loro protezione (di cui personalmente faccio volentieri a meno), ma potremmo essere tranquillamente insultate, picchiate, stuprate.

Come è successo a Bologna, ad esempio, dove un dirigente provinciale di FN, assieme ad altri militanti (tra le altre cose cantante e batterista del famosissimo gruppo "legittima offesa"), aggredisce alcune persone, tra cui una ragazza, colpevoli di alto tradimento: look alternativo e bonghi alla mano.

O come è successo a Milano, dove Giuseppe Jimmy Bua, ha minacciato con una mannaia, violentato e picchiato una donna italiana, di 40 anni per 13 (TREDICI) ore.

A Castelfranco veneto, invece, una studentessa di 18 anni viene aggredita su un treno. Ma se l'è sicuramente cercata, visto che canticchiava "Bella Ciao"..

Un'altra che "è causa del suo male" è Paola (no, non è il suo vero nome), 35enne che viene violentata a Torre del Lago sulle note di "Brutta lesbica"..

A Lucca una studentessa è stata aggredita da 7 prodi fascisti per aver partecipato ad un'assemblea sulle violenze fasciste, qualche anno prima, sempre a Lucca, due ragazze dell' l’associazione “Altro Volto – Lucca gay e lesbica” vengono circondate da militanti di FN e aggredite.

A Massa, i forzanuovisti si riuniscono in convegno per ascoltare un discorso di Fiore contro la pillola RU486 e la legge 194. quando alcune donne li contestano, loro le apostrofano con "stupratele, che tanto abortiscono"

Brescia, Doriana di Giovanni ha una lunga storia di aggressioni firmate FN, la sua colpa è essere lesbica.

Ora, la domanda è: "chi protegge le donne da forza nuova (e da tutti i fascisti)?"


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venerdì 29 aprile 2011

29 Aprile 2011

Oggi, mentre si parla dei bombardamenti in Libia allo scopo di proteggere la popolazione,
mentre in Marocco muoiono almeno 15 persone a causa di un attentato,
mentre depongono i primi testimoni al caso Cucchi,
mentre a Maroni girano i maroni per la bocciatura UE della legge sul reato di immigrazione,
mentre si discute sull'allucinante pestaggio di alcuni giovanotti ai danni di 2 carabinieri,
mentre viene messa l'ennesima pietra sopra allo sviluppo delle energie rinnovabili,
mentre a Napoli, nonostante tutte le dichiarazioni "spic&span", il problema rifiuti è ben lontano dall'essere risolto,
mentre succede tutto questo e molto altro, accade che sul sito istituzionale del Governo Italiano, nella sezione Presidente, sottosezione Comunicati, appaia una di quelle precisazioni che faranno dormire notti serene a tutti:

The Queenfather for President



Segnalo che esiste un contest, in rete, per eleggere il miglior "LGBT Parent Blog", votate per chi volete, se volete, ma se avete mai letto The Queenfather, non potete far altro che votare per lui!!!!

giovedì 31 marzo 2011

Lesbica - Rossa su Metilparaben



Alye Pollack ha 13 anni e frequenta la Westport Junior High, una scuola del Massachusetts. Ogni giorno, da ormai due anni, Alye è presa di mira da compagni di scuola che le rivolgono parole dure e offensive. Pe ribellarsi al bullismo la ragazzina americana ha usato YouTube e ha commosso l'America

Questo l'incipit di P.L. Pisa nel commento al video su Repubblica TV. Il video lo conosco, è una ragazzina americana vittima di bullismo per via delle sue tendenze sessuali. La ragazza è lesbica. A questo video, nel mondo reale, seguono messaggi di solidarietà. Questo video nel mondo di Repubblica è riassunto, traducendone i passaggi importanti, così:
"Vi sembro felice? Non lo sono - si legge nei cartoncini - Non ho molti amici. Tre o quattro al massimo. Il perché? Non è passato un giorno senza che mi dicessero una di queste parole". E a questo punto Alye cita le offese che le vengono rivolte continuamente, tra cui "brutta", "grassa", "prostituta" e "mostro".

...brutta... grassa... prostituta... mostro... c'è la piccola omissione del lesbica. Un'omissione che deflagra però. In quell'omissione c'è tutto un mondo di ipocrisia. Quella che fa più danni perchè è subdola. Un omofobo dichiarato e conclamato punta il dito contro un omosessuale ed esprime il suo pensiero, che ne so, meglio fascista che frocio, ad esempio. Il far finta che il problema sia un altro, il distrarre dal focus invece è un atteggiamento che non informa e nega una realtà. Medioevo.

Ma allora di cosa sta parlando quel commento? Del problema del bullismo nelle scuole americane? Sospetto che la frase magica sia la seguente:
E poi il messaggio shock: "Non la faccio finita, ma ci sono vicina". per poi arrivare alla disperata richiesta di "AIUTO"

Eccolo qua il punto, facilmente riconoscibile dalla parola più abusata degli ultimi anni: "shock" e dal maiuscolo usato per comporre la parola AIUTO. Ricapitoliamo. Shock si usa anche per descrivere la reazione al sole che sorge. Lesbica, invece, non si dice nemmeno se l'argomento è l'omosessualità femminile. Le lesbiche, evidentemente, sono passate di moda e tirano molto meno di un carro di buoi.


post originale su Metilparaben

lunedì 28 marzo 2011

..e Gesù Cristo è morto di freddo


Stefano Cucchi - morto di sete


Io comincio a pensare che la signora Roccella non si renda ben conto di come alcune sue affemazioni come questa

Eluana è morta di sete. Come Stefano Cucchi


possano colpire chi le ascolta o le legge come uno sputo in faccia. Guardi quella foto signora, possiamo anche dire a ragione che Cucchi sia morto di arresto cardiaco (del resto di un morto con il cuore in funzione non ne ho ancora notizie), ma davvero le sembra il viso di un ragazzo "morto di sete?"
Ha davvero il coraggio di questa affermazione? E magari pensare che molti siano d'accordo con lei?
Se io dicessi una cosa del genere non credo che mi sentirei a posto con la coscienza (e la sua, come sta?). Credo che mi sentirei in colpa con il signor Englaro, con la famiglia di Stefano Cucchi, con tutte le persone che al di là del pensiero sulle singole situazioni pensino che questo dovrebbe essere uno Stato che rispetta le persone, i vivi e i morti. Uno Stato che ci protegge prima di tutto da se stesso. Un luogo giusto dove tutti i rappresentanti politici di qualsiasi schieramento si dimostrino sempre e comunque rispettosi. Trovo difficile credere che una persona istruita, una rappresentante istituzionale, una fervente credente non faccia queste stesse considerazioni.
Mi sento offesa da queste dichiarazioni, ho un vago senso di nausea, di impotenza e un prepotente moto di rabbia.


Una carrellata delle puntate precedenti e qualche link su Metilparaben.

Circus






Venghino signori, venghino! Ammirate lo spettacolo dove tutto è fantasia! Venite nel luogo dove realtà è solo una parola che definisce una finzione! Venite nel mondo del falso, del ricostruito, dell'artefatto! Entrate nel labirinto degli specchi, perdetevi nei meandri delle fantasie, seguiteci nel luogo dove il nero diventa bianco!
Venite e conoscerete mirabilanti storie di ricostruzioni, ascolterete fiabe narrate da giornalisti, vedrete la grandezza di uomini sostenuti per 20 denari e un tozzo di pane. Terrete il fiato sospeso per le nostre storie di amori e tradimenti dichiarati e perdonati in tv.
Venite e seguirete la spy story dell'uomo più perseguitato dell'universo, seguitelo nell'unico luogo dove l'anticamera del tribunale è uno studio televisivo. Solo qui potrete essere terrorizzati da mostri e chimere, comunisti, terroni e clandestini. Solo qui sarete rassicurati da speranze in 3D. Venite, e vivrete la grande illusione!
Venghino signori, venghino! L'ingresso a Circus è gratuito, a pagare, comincerete poi!

venerdì 25 marzo 2011

Faccia da Cool

”La gente viene attaccata perché prende posizione (...)quando esprimono dei pareri del tutto normali basati sulla natura umana vengono stigmatizzati, e ancor peggio, perseguitati e sviliti. Questi attacchi sono una chiara violazione dei diritti umani fondamentali e non possono essere giustificati in nessun caso. Questo vittimismo furbo vorrebbe far passare per martiri i carnefici. Nessuno nega il diritto alla libera opinione, ma quando si pretende di scendere nell’agone politico, ingerendo nelle legislazioni statali e condizionando le scelte politiche degli stati, si deve essere pronti a ricevere delle legittime critiche, senza invocare una “lesa maestà” che suona grottesca”.


Chi e in quale occasione, secondo voi, ha rilasciato questa importante dichiarazione sul rispetto dei diritti fondamentali dell'Uomo?
Un membro dell'arcigay che si batte per il diritto alla famiglia LGBT? Oppure un membro della comunità islamica che chiede una moschea e il diritto di esercitare la sua libertà religiosa? Forse il vicino di casa che chiede venga rispettato il suo testamento biologico pensando che rientri nei suoi diritti e nelle sue disponibilità?
Niente di tutto questo, l'accorato appello, la decisa accusa, la forte presa di posizione è dell'arcivescovo Silvano Tomasi, dell'Osservatorio permanente del Vaticano presso le Nazioni Unite che difende il diritto all'omofobia e si schiera contro la posizione della Commissione che condanna le discriminazioni (omicidi, torture, stupri e persecuzioni legali) che la comunità LGBT subisce in molti Stati.
Ripeto: l'arcivescovo difende il diritto all'omofobia ritenendolo un diritto fondamentale dell'uomo e difende l'operato di quei governi che si impegnano, con cristiana devozione alla discriminazione e all'intolleranza.
E non se ne vergogna per niente.

giovedì 24 marzo 2011

Idiocracy - versione integrale

INTRODUZIONE

L'introduzione coincide con quella di Idiocracy, ma qui nasce una trama parallela: mentre nel film originale parte la ricerca dell'uomo medio per gli esperimenti militari, l'azione si sposta in un piccolo avamposto, un territorio impermeabile che è diventato l'unica dannosa opposizione all'idiozia nascente.

Zoom out dall'ambientazione iniziale fino a mostrare il pianeta terra, e poi di nuovo zoom in questo imprecisato luogo del pianeta.
Vediamo le persone impegnate davanti ad un televisore.

SALOTTO - INTERNO GIORNO
Un ragazzo, inquadrato di spalle, si siede sul divano, si mette comodo, accende la tv davanti a lui. Su ogni programma appare la scritta in sovraimpressione: "Per votare.. non cambiare canale!".
La prima immagine è su Canale 1: donne in bikini che lottano nel fango e attorno gli ospiti del noto talk show "Petto&Coscia" contrapposti ad una donna a cui sembrano tutti porre domande e sollevare questioni. Si vede la mano del protagonista premere sul telecomando il tasto 2. Si fa solo in tempo a vedere nel televisore un uomo in primo piano, con i capelli rasati e numerosi simboli disegnati sul volto e sentirlo dire con voce suadente
"..perchè Lui c'è! Non dovrete più pensare, solo seguire le Sue indicazioni per...".
Il protagonista è già su canale 3: nessuna trasmissione, l'immagine disturbata tipica. Al centro, luminosa, una grafica chiara in mezzo alla quale campeggiano le parole "Scegli te stesso *" e in basso "* sponsorizzato da" seguito dai loghi di una azienda sportiva, una holding finanziaria e l'azienda di stato che produce ansiolitici e antidepressivi. Il protagonista cambia di nuovo canale. Nello schermo del televisore appare un uomo sorridente (proposta per il protagonista C. De Sica nella sua migliore interpretazione). L'uomo sta parlando, il protagonista alza il volume della tv e si sente
"..di questo, è vero, sono colpevole.."
la sua voce è ferma ma emozionata. Ha un tono di voce suadente ed un ritmo leggermente teatrale.
"Sono un essere umano, come tutti.. chi può dire che non si sarebbe comportato come me? Voi mi capite, perchè siamo uguali. Sono uno di voi. Simili tra simili. Io sono la vostra speranza, sono la dimostrazione che con la truffa, il ricatto, l'abuso, la corruzione, si può essere potenti! Ricchi! Non serve nessuna dote per questo, nessun tipo di lavoro duro, chiunque può truffare, ricattare, abusare, corrompere! Io sono quello che voi vorreste essere. Per questo vi piaccio. Per questo voterete per me."
Il ritmo del discorso, in crescendo, si è fatto sempre più simile a quello di un comizio di piazza.
"Quello che faremo, invece, è processare tutti quelli che hanno tentato di fermarmi con la legge. E cambieremo anche la legge, affinchè io possa delinquere legalmente e diventare ancora più potente! e ricco! E voi sarete contenti, perchè siamo simili tra simili! Noi distruggeremo tutti quelli che hanno approfittato delle mie perversioni per ricattarmi. Perchè lo fareste anche voi, non negatelo. Siamo uguali."

Sullo schermo del televisore appare una nuova scritta in sovraimpressione: "Grazie, il tuo voto è stato registrato con successo! Stiamo elaborando i dati per comunicarti il vincitore di queste elezioni"
Le immagini continuano sul primo piano dell'uomo, che affabile sta dicendo:
"Lo sappiamo tutti che non sono in grado di gestire il nostro paese, ma non è per questo che mi avete votato. Voi mi avete votato perchè mi avete scelto come modello. Voi mi avete votato per la speranza!"

E' un coglione

entra nella stanza una ragazza con una bibita in mano, vestita in modo sportivo e si avvicina al protagonista
non ci posso credere che anche tu hai votato per lui

il ragazzo, girandosi appena, dice
..a me piace. mi sta simpatico, ecco. Alla fine è una brava persona.. tu piuttosto, paladina dell'immacolato, domenica pomeriggio non hai detto al ragazzo del chiosco di non farti lo scontrino? Se lo avesse fatto lui, apriti cielo! quindi..

la ragazza lo interrompe
no, aspetta, fammi capire.. visto che io non ho chiesto uno scontrino, lui è autorizzato a fare qualsiasi cosa?

certo, è logica baby

l'atteggiamento del ragazzo è quello di chi ha esposto delle motivazioni inattaccabili. La ragazza lo guarda fisso in viso poi dice:
rinuncio prima di cominciare

ecco, brava, prima di riprendere l'argomento dalla filosofia. Sei talmente fuori strada che per trovare dei cavilli sei costretta, tu e quelli che la pensano come te, a tirare fuori motivazioni come l'etica, la morale, la finanza, l'economia. Cose di cui noi, cara la mia sorellina, non sappiamo un cazzo! per cui fidati una buona volta, ma non la vedi la televisione?

la ragazza scuote la testa e fa per andarsene, la macchina da presa la segue mentre si avvia verso la porta. Si sente la voce fuori campo del ragazzo
e mettiti una gonna una buona volta, a forza di vestirti da maschio sei andata in confusione ormonale. Per quello non ragioni chiaramente. Aò ma che sei lesbica?

la ragazza esce dalla stanza, la mdp la segue mentre sale le scale. La voce del fratello arriva sempre più da lontano
..me fanno morì le lesbiche, ma tu sei mia sorella cazzo!

L'immagine riprende dal ragazzo di spalle, e davanti a lui la tv. sullo schermo un presentatore affiancato da due vallette appariscenti, parla e sorride al candidato votato dal ragazzo, che appare su un grande schermo collegato in diretta alle sue spalle. Si capisce dalla mimica che è lui il vincitore. Panoramiche sulla città in festa, fuochi d'artificio. voce off:
..ed è così che è iniziato. No, è così che è iniziata la fine.. perchè noi forse, fino a quel momento, potevamo ancora accorgercene. Forse quello è stato l'ultimo istante prima della svolta. Quello che è successo poi era prevedibile. Ci siamo divisi in frazioni sempre più piccole, identificando il diverso come nemico. Finchè i diversi non sono diventati la maggioranza, ed ogni gruppo era impegnato a proteggersi da sempre più categorie. I nostri ragazzi non potevano essere un futuro, sempre più ignoranti e violenti; gli adulti si erano formati nel mito della corruzione e del denaro, e i vecchi in grado di ricordare altri valori stavano morendo.I nostri politici, a poco a poco, hanno venduto case, terreni, aziende, ad imprenditori, altri Stati, persino a qualche dittatore per ingraziarcelo. Alla fine siamo diventati uno Stato virtuale,con un territorio di cui non disponevamo. In effetti dovremmo ancora esistere, ma di fatto siamo stati acquistati, ed ora siamo di proprietà di questo o di quello.


UFFICI DEL COMANDO MILITARE, INTERNO GIORNO
La stanza è semplice e spartana, la presenza di un uomo in divisa seduto ad una scrivania, ci fa capire che siamo in un ufficio militare. Di fronte a lei, seduta, la protagonista invecchiata di circa 10 anni.
..come se vi avessero perso al gioco

dice sottovoce il militare
..più o meno

va bene signora, le faremo sapere se sarà scelta per il nostro crioprogramma

La donna si alza e se ne va, la macchina da presa inquadra dall'alto il militare intento a compilare la scheda della protagonista. Zoom sul foglio, si vede la mano dell'uomo che scrive "SCARTATA". La scena riprende su "Idiocracy"

venerdì 11 marzo 2011

Quel gran pezzo dell'Ubalda

Quello che segue è il racconto del mio sogno di stanotte, un sogno di un film che potremmo definire iper-reale, dall'ambientazione noir. E' quindi una storia di fantasia, perchè se non lo fosse sarebbe un racconto di fatti gravi. Per completezza di informazione ieri sera ho mangiato pesante, ho sbirciato internet e visto il dvd di un film erotico intitolato "le calde notti della calda donna in una fredda cella".


COMMISSARIATO, INTERNO NOTTE
Panoramica di una stanza semivuota, ad una scrivania un agente nella penombra lavora ad un pc. Si sente il rumore dei tasti battuti in rapida successione. Quattro persone entrano dall'ingresso principale un po' alticci, parlano tra loro a voce sostenuta, ridono. L'agente alla scrivania solleva il viso per vedere chi siano queste persone e riconosce tre colleghi ed un quarto uomo, loro amico, vigile urbano, in borghese. La macchina da presa segue i quattro mentre imboccano un corridoio, semibuio, fino a quando si fermano davanti ad una delle stanzette.
E questa chi è? - chiede uno dei 4 urlando per farsi sentire dal collega nella stanza
L'agente risponde distrattamente "Presa con delle magliette rubate"
"Magliette bagnate?! A 'na gara de magliette bagnate??!!"
I quattro si guardano perplessi e poi rivolgono uno sguardo alla donna rinchiusa dietro le sbarre. La ragazza, in evidente stato di eccitazione, si accorge dei loro sguardi, sbatte le palpebre da cerbiatta e si avvicina alle sbarre con passo da gazzella. Pensa che per essere pali da lap dance sono un po' troppo vicini uno all'altro, ma trova comunque il modo di carezzarne uno con due dita partendo dal basso fino a fermarle all'altezza delle labbra.
Ciao - sussurra - mi chiamo Ubalda
Ciao Ubalda - rispondono loro in dolby surround
Evidentemente la donna ha dei poteri speciali. Si capisce dal fatto che gli occhi dei quattro perdono completamente di profondità e assumono l'espressione tipica del branzino sul banco del pesce. Sono stati ipnotizzati e privati delle loro facoltà mentali. Le loro reazioni, da questo punto in poi saranno esclusivamente meccaniche e localizzate a sud della cinta. Uno dei quattro, ricordando i suggerimenti del nonno che si raccomandava di essere sempre gentile con una donna e usando una tecnica che già ai tempi del "Cin Cin Bar" era desueta, chiede:
"Possiamo offrirti qualcosa?"
"In effetti non ho avuto tempo di mangiare, sai sono in giro da stamattina, tra un furto di qualche maglietta e un arresto ho saltato il pranzo" - risponde lei, gli occhi bassi ed un piccolo impercettibile broncio
I quattro cavalieri, ammaliati dal fascino della ragazza e colpiti da quella rude bellezza che emanerebbe ogni donna in stato d'arresto non ci pensano due volte, aprono la cella e portano la ragazza in sala mensa.

SALA MENSA - INTERNO NOTTE
La ragazza è seduta ad un tavolo e mangia, i quattro le siedono attorno. Tutti conversano amichevolmente.
"...e cosa facevate in commissariato a quest'ora?" - chiede lei
"ma sai, siamo stati a cena fuori e poi un giretto per pub. Sai com'è, no? Siamo maschi noi.. un po' ubriachi..." - dice uno
"poi volevamo fare un puttan tour..." aggiunge un altro
"ma io sono gay.." dice il vigile
Risate
"..maddechè, è che con quello che costa la benzina al giorno d'oggi il puttan tour mica ce lo possiamo permettere..." dice il quarto
"potevamo prendere la macchina di servizio" dice tra sé e sé il primo con il tono di chi ha appena avuto un'illuminazione
Nel mentre la ragazza continua a mangiare in modo provocante, accavalla e scavalla le gambe in stile basic instinct lasciando che la gonna si alzi un po' sulle coscia.
"C'è qualcosa da bere?" - chiede lei
Prontamente uno dei quattro si apre la camicia scoprendo il petto perfettamente depilato ma sopratutto la fischetta di jagermeister che porta sempre con sé, per ogni evenienza. Ne offre alla donna che ne beve ampi sorsi. Primo piano sul viso della ragazza, le labbra socchiuse e turgide, inumidite di amaro; lo sguardo fisso sui quattro, provocante, malizioso. Sottofondo del "Bolero" di Ravel. Al crescendo della musica si accompagna il crescendo dei respiri dei 4, che diventa quasi un ansimare. Nero alla prima battuta della sequenza finale della musica, solo brevi flash di amplessi, corpi sudati, schiene inarcate. Titoli di coda. Ringraziamenti. Dislcaimer finale.