sabato 28 maggio 2011

Il patriottismo di Borghezio e le fosse comuni

Alcune cose che accadono mi fanno arrabbiare, altre mi stringono il cuore in una morsa di disgusto. A volte certe dichiarazioni mi lasciano delusa o triste o rabbiosa.
Questa volta sono impreparata. Non avrei voluto leggere.

Mai più! si era detto alla fine della seconda guerra mondiale. Mai più! è morto l'11 luglio 1995.

L'11 luglio è uno dei giorni della vergogna europea, l'11 luglio è entrato nel vivo il progetto di genocidio, l'unico in Europa dalla II GM. Dall'11 luglio fino al 19, sotto gli occhi dei caschi blu sono state uccise tra le 8000 e le 10.000 persone, tutti uomini, tutti mussulmani, dagli 8 agli 80 anni. Sto parlando del genocidio di Srebrenica. Bambini, adolescenti, uomini e vecchi furono separati dalle donne e uccisi. Fatevi i calcoli, tra le 8.000 e le 10.000 persone in una settimana. Sono stati per lo più sgozzati e gettati, i fortunati, in fosse comuni. Siamo in grado di provare pena per un singolo morto, ma quando i numeri diventano così grandi è più facile far finta di niente, relegare il pensiero ad un concetto. Una persona vittima di una violenza ha un viso, un nome, una storia. Possiamo identificarci, piangerla, indignarci. Ottomila persone diventano un concetto, come se non fossero 8000 visi, 8000 nomi, 8000 storie. Che fardello diventa, per una coscienza, quello composto da 8000 persone? Tutto questo è avvenuto in una zona di sicurezza, safe heaven in linguaggio tecnico e rappresenta perciò un simbolo dell'impotenza della comunità internazionale ad intervenire nel conflitto e a proteggere la popolazione civile (cit. dal link qui sotto). Almeno 25.000 donne, bambini ed anziani sono stati deportati. Venticinquemila.
Ai sopravvissuti, per lo più donne, rimane l'angoscia di essere sopravvissute. Rimangono le domande sul perchè. Rimane il dolore di non avere una tomba, una fossa su cui piangere i figli, i mariti, i fratelli, i nipoti.
Alla società sopravvissuta sono state strappate intere generazioni maschili.

L'11 luglio è la giornate che il Parlamento europeo ha scelto per commemorare il genocidio di Srebrenica - raccomandazione non accolta in Italia. Trieste (Italia) dista circa 5 km dal confine con la ex-Jugoslavia.

Non sono preparata, dicevo all'inizio del post, alle dichiarazioni di Borghezio.
i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche. Sarebbe bene fare un processo equo, ma del Tribunale dell'Aja ho una fiducia di poco superiore allo zero. I Serbi avrebbero potuto fermare l'avanzata islamica in Europa, ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i Serbi, compreso Mladic. Io comunque - assicura - andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà".

Provo vergogna e rabbia. Provo pena per me, per il mio paese sempre più distante da quello che considero il "mio Paese". Sono nauseata dal livello raggiunto, dall'assenza di umanità, dal fatto che il signore in questione, essendo europarlamentare rappresenti anche me. Quello che invece non riesco a descrivere con le parole è il sentimento che provo nei confronti di tutte le persone colpite direttamente da questa tragedia. Penso ad Azra, a Nezira e a Matea. Penso alle donne bosniache, ma anche alle serbe che combattono ogni giorno assieme per ricostruirsi una vita, per avere giustizia, per andare avanti. Penso alle Donne in Nero che l'11 luglio di ogni anno sfilano in una veglia silenziosa, perchè il dolore non ha suono. Penso a tutti quegli uomini e donne, i bambini di allora a cui è stata strappata la famiglia, le radici, il futuro. Penso al presente di chi ha vissuto una guerra tanto disumana da rendere animali gli esseri umani. Penso che durante il conflitto, mentre le donne venivano stuprate (bambine, adolescenti, donne e anziane), noi, gli europei, mandavamo pacchi con i preservativi e organizzavamo corsi (in Bosnia) di educazione sessuale. Penso che mentre le persone a Sarajevo soffrivano per la mancanza di sale (manco nel medio evo, porca eva), noi spedivamo pacchi di pentolame. Penso che questi doni venivano lanciati dagli aerei, e le persone spesso morivano per recuperarli*. Penso che le responsabilità siano ovunque, ma che chi ha subito sulla propria pelle gli eventi di quegli anni non potrà mai avere giustizia. Penso che le parole di Borghezio siano l'ennesimo sfregio sui loro visi.

Borghezio dice sostanzialmente che Mladic è un patriota perchè ha provato a fermare l'avanzata islamica in Europa. Vorrei presentarvi alcune di queste mussulmane, donne pericolose secondo lui. Donne da cui vorrei imparare la dignità e la forza. Questa è la mia pietra per i loro morti e per tutti i morti, di ogni età e religione di quella assurda guerra. Questa è la mia pietra perchè non voglio dimenticare.





*dal libro "Cartolina dalla Fossa" di Emir Suliagic, ed. Beit, € 20,00

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