domenica 29 maggio 2011

Pubblicità ingannevole - Rossa su Metilparaben



E' da un po' che in regione (Friuli Venezia Giulia) si vedono affissioni di questi poster. In realtà la prima versione - o versione parallela, non so - era leggermente diversa: lo slogan recitava "Civiltà prodotto tipico friulano", non c'era il logo dell'europride ma erano segnalati gli sponsor (gayfriuli e arcilesbica udine). Questo solo per dovere di cronaca.

Ammetto che l'unica cosa a cui ho pensato è stata: "Civiltà in tema gay prodotto tipico italiano? Ma che è? 'na speranza o 'no scherzo?". Alla fine ho capito, quella che vedete è pubblicità ingannevole! Come ci sono arrivata? Leggendo stamattina un articolo su "Il Piccolo" on line - giornale locale - dal quale apprendo, senza la minima sorpresa, che alcune persone si sono lamentate dell'ubicazione dei poster: addirittura nei pressi di una scuola di infanzia! Non solo, i solerti genitori in questione, senza nessun tipo di sollecitazione esterna fanno notare che i suddetti cartelloni sono stati avvistati persino nelle vicinanze di una scuola elementare e di un'associazione sportiva per bambini. Tragedia e vilipendio. Chissà sti "pori regazzini" che traumi, insomma, un conto è accendere la tv a qualsiasi ora e vedere sventagliate di culi eterosessuali, ballottaggi di tette extra-size, uomini-uomini machi-machi ammiccanti, programmi in cui il partner si sceglie tra il pubblico, tra i concorrenti o in cui se sei talmente insicuro da voler mettere alla prova il tuo uomo o la tua donna gli procuri un appuntamento con l'escort di turno per vedere che fa (al masochismo non c'è fine); un altro conto è vedere due persone che si baciano, vuoi mettere?
Infatti i genitori dichiarano (il neretto è il mio):
«Non ho nulla contro gli omosessuali ma trovo sconveniente che un simile cartello venga affisso proprio all'esterno di una scuola d'infanzia - osserva Mariagrazia, mamma di un bimbo della Pollitzer e portavoce di dissenso di altri genitori - mio figlio fortunatamente non l'ha ancora notato»

I bimbi scorrazzano felici sull'erba dell'asilo, si arrampicano sulle panchine, saltellano giù dagli scalini. Molti di loro quei cartelloni accanto al loro asilo non li hanno ancora visti


Ma allora, se non ci sono bambini devastati dall'immagine di un bacio.. qual'è il problema? Sono sempre i nostri prodi a darci una risposta:

«Quello che mi fa imbestialire è che oggi noi genitori facciamo di tutto per tenere lontani i figli da certi discorsi - evidenzia ancora Mariagrazia - e poi ti sbattono queste immagini in faccia».

«Non mi piace quel cartellone», ammette Radica, madre serba di due bambini di 2 e 6 anni. E rincara: «Faccio appositamente un'altra strada per non far vedere a mia figlia che in questo periodo è già piena di curiosità - riferisce Francesca, la madre di una bimba che frequenta la Pollitzer - certi temi io desidero trattarli quando ritengo sia il momento adatto e non quando uno sciocco cartello me lo impone».

«Non siamo omofobi ma i nostri figli non sono ancora in grado di capire...»


Probabilmente tutta la civiltà di cui siamo capaci si racchiude nell'incipit della prima e dell'ultima citazione: "Non ho nulla contro gli omosessuali ma" e "Non siamo omofobi ma"


Detto questo la domanda è: vista la naturale tendenza dei bambini ai baci (che dio, l'universo e la natura li preservino), sopratutto in età da scuola d'infanzia, cosa faranno mai 'sti genitori se dovessero vedere che la pargola bacia un'altra bambina o se il "muletto" in uno slancio d'affetto abbraccia e bacia un compagno di giochi? Io giocavo a "fare l'amore" con la mia migliore amica a quell'età, e nessuna delle due ha avuto bisogno dello psichiatra per questo.. quindi, chi è che provoca paure idiote? Da dove nasceranno mai i sensi di colpa con cui molti omosessuali dovranno avere a che fare da adolescenti? E i pregiudizi con cui tutti dovremo fare i conti domani?
E rincaro, visto che statisticamente ogni 10 bambini uno è gay, cosa succederà in famiglia? E tutte le lezioni di machismo o di femminilità coatta dove andranno a finire? Probabilmente tra qualche anno leggerò con interesse un qualche articolo di giornale che titolerà
"Mio figlio gay per colpa dei poster fuori dall'asilo"


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