sabato 5 maggio 2012

Ad ognuno il suo kit


Sì, lo so che ti trenitalia ne hanno parlato tutti, chi più chi meno, seriamente e con ironia; nel male e nel....male.
Trenitalia (o meglio la Trinità trenitalia-centostazioni-fs holding)catalizza, cattura, amplifica commenti e pensieri. Fa cadere in disperazione o accresce la rabbia. Fa esplodere emozioni, per lo più negative. E questo è l'unico merito che sono arrivata a riconoscere.
Comunque. Vivo a Trieste ma sono di Roma, e la mia condizione di disoccupata precaria mi permette di avere il tempo di scendere a casa ogni due/tre mesi. Ellosò, fortunata sono. La stessa condizione lavorativa, però, non mi permette di prendere il treno dei vip. Io viaggio in carro bestiame aka "l'intersiti". Che poi, per inciso, mica mi hanno lasciato scelta, se anche volessi regalare denaro alla triade di cui sopra per utilizzare il treno dei vip (in classe sfigati chiaramente), potrei farlo solo con cambio a Mestre.

Mestre.
E' una stazione punitiva. Gelata d'inverno e bollente l'estate. Umida 365 giorni l'anno, h24. Il lunapark dei piccioni. Con quest'illuminazione da bordello anni '40. Dove se hai fame o sete e persino se vuoi stare un po' più riparato ti devi infilare nell'unico posto possibile: il "mecdonald/bar". Si condividono lo stesso spazio. A volte non capisci se sei in fila per uno o per l'altro. Spesso rinunci anche a provarci a prendere la bottiglietta d'acqua, chè non hai mica tutta 'sta sete.. Insomma, se avete avuto la sfiga di passare per Mestre sapete di che parlo.

Torno a bomba. Il carro bestiame. Io che faccio su e giù quattro o cinque volte l'anno. Io, che da quando si sono inventati il miracolo del supertreno rinominando gli eurostar il frecciarossa ci impiego un ora in più con lo stesso treno che prendevo in epoca ante miracolo, cioè otto ore e mezzo - lo ripeto OTTO ORE E MEZZO - per fare i poco più di 700 km che separano Trieste da Roma. Con sosta di 20 minuti, mando a dirlo, a MESTRE. Sadismo puro. Io che ho il kit da viaggio che non è beauty case e extra bag per le scarpe, è il kit da treno.
Lo brevetto, giuro.
Il kit comprende il minimo indispensabile:

- il coprisedile. Giuro di non essere schizzinosa. Sono stata in situazioni igienicamente scandalose, e non ho mai schifato niente, nemmeno il latte preso da una tanica di metallo coperta di mosche in un immenso parcheggio taxi in pieno "niente" in Tunisia, ma il sedile del treno, no, è troppo. Fatto di una stoffa, probabilmente risalente al tardo Ottocento, che ha visto troppi deretani nella sua esistenza. Se il copri-poggiatesta (ma come si chiama??)c'è ancora è di una tonalità di colore tra il giallo ocra ed il grigio, io ho passato ore a tentare di intuire il colore originale. Il tutto è coperto di qualsiasi cosa viscosa/appicciocosa/rinsecchita. Il primo "must" del perfetto viaggiatore in treno in Italia è un foulard, il cappotto rovesciato, qualsiasi cosa che possa coprire il sedile, sopratutto la testa, sopratutto da quando mi sono svegliata con la bocca aperta, a meno di un centimetro dalla parte laterale del poggiatesta.

- il minikit di sopravvivenza per l'aria condizionata. E' necessario un sottoinsieme, perchè il contenuto varia a seconda delle stagioni e parte dal presupposto che se una cosa può essere fatta a ç@Zzo di cane, sicuramente lo sarà. Secondo questo dogma l'aria condizionata è gelata d'inverno e bollente d'estate.
Oppure è rotta.
Devi sapere che non hai scelta, sia che la ruota della vita ti assegni il posto in una carrozza multipla o in una di quelle con le stanzette da 6 posti avrai uno sbuffo di aria condizionata sotto al finestrino che serve a paralizzarti l'arto più vicino e la metà del viso corrispondente. L'altro sbuffo puntato sui piedi. L'uomo che ha progettato questa disposizione riceve milioni dalle case farmaceutiche, mortaccisua.Quindi è necessario coprire il phon/sbuffo sotto al finestrino. Basta una pagina di giornale piegata in modo da avere delle "linguette" da infilare sulla grata, avendo cura di lasciare la copertura in alto più larga della base, altrimenti lo sbuffo non si copre. D'estate ho sempre un giacchetto, calzini, scarpe di ricambio, perchè se anche l'aria condizionata funziona nel modo corretto, è esagerata, temperatura freezer. Otto ore e mezza così e ti serve l'ambulanza a Termini.

- disinfettante per le mani. Se siete mai stati in bagno in treno non devo spiegare nulla.
Il bagno in treno, però merita una digressione. In genere la maggior parte sono guasti o chiusi. Di media uno su tre, uno ogni carrozza e mezza. Provenienti da varie epoche: oggi ad esempio, il mio primo bagno disponibile era in una carrozza proveniente da un'epoca in cui le pareti si ricoprivano di laminato finto legno, ed il bagno era indicato come "ritirata". Essendo iper frequentati e ipo puliti, bisogna progettare l'assunzione di liquidi nel corso del giorno in cui si viaggia, in modo da dover andare in bagno entro le prime due ore, due ore e mezza, che per me vuol dire prima di Venezia se vado a Roma o prima di Firenze (se torno a Trieste). Poi i bagni diventano quello che tutti sappiamo.

- acqua, cracker o simili, libro, giornali, settimana enigmistica, musica e cuffie.

- consigli vari: primo: sappi che qualsiasi treno tu prenda non c'è spazio per bagagli: non pensarci nemmeno alla valigia, che forse non trovi posto nemmeno per lo zaino. Pensa alle cose che porteresti, prendine solo metà e poi dividi per tre, scegli una parte: quello è il tuo bagaglio. E' la formula magica.
Secondo: non cedere alle chiacchere. Quel vicino con l'aria carinissima, interessantissima, con cui potresti avere voglia di scambiare DUE parole si trasformerà in un incubo che durerà per tutto il viaggio di parole mitragliate a manetta. D'altro canto impara a schivare quelle persone che fanno viaggi in treno solo ed esclusivamente per parlare. Che attaccano bottone anche se non rispondi. A loro, in fondo, non interessa la risposta o la conversazione, loro hanno bisogno di un manichino a cui parlare. E lo fanno senza sosta. Sono pericolossissimi, e sono ovunque. Quindi dai retta a me, ti siedi, metti le cuffie (anche senza musica), guardi fuori dal finestrino, leggi (o anche fissa il libro e pensa ai casi tuoi) e se tutto questo non funziona dormi (o fa finta).


Se vedete una che quando sale in treno compie, nell'ordine, queste azioni: sistema la valigia come e dove può, strappa l'ultima pagina di Repubblica, la piega in modo strano e mette il tappo all'aria condizionata sotto il finestrino, sistema un foulard sul sedile, si cambia le scarpe, mette sul "tavolinettino" in dotazione le parole stampate e si mette subito a dormire... sono io.

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