venerdì 17 febbraio 2012

Il bello, il brutto e la nausea





A Trieste c'è un centro per il cambio di sesso molto conosciuto e all'avanguardia. E' un posto dove senza tanti clamori - personaggi pubblici a parte - si aiutano alcune persone in uno dei momenti più delicati ed importanti della propria vita. L'assistenza psicologica non è trascurata, e per quanto si tratti una situazione migliorabile, sembra essere una delle eccellenze in Italia in questo tipo di operazioni. C'è di che essere fieri.

CAPITOLO I: dove il futuro sembra essere luminoso
La Regione Friuli Venezia Giulia "ha finanziato con 15.000,00 per un anno, un progetto per l'assistenza pre e post operatoria rivolto alle persone transessuali. Il progetto, promosso dal Circolo Arcigay-Arcilesbica di Trieste con la collaborazione della Clinica urologica e del Centro di salute mentale di via Gambini, prevede l'affiancamento di un gruppo di esperti durante tutto il percorso che vede coinvolto il paziente nel periodo di transizione.". Sono sinceramente contenta di questa notizia. Per quanto il fondo sia davvero ridicolo, per quanto limitato ad un anno, per quanto si avvicini molto al classico contentino. Un passo avanti ed il bicchiere è sempre mezzo pieno.

CAPITOLO II: dove cadono le braccia e i gioielli di famiglia e ci si rende conto che la luce precedente era quella di un lampo in una tempesta
Succede però che «In questi anni abbiamo creato con il Cedig un'équipe di endocrinologi, psichiatri, ginecologi e chirurghi plastici. Sono stati organizzati dei corsi di formazione per gli infermieri. Ma non abbiamo più la disponibilità delle sale operatorie». Se un tempo le sale a disposizione erano due, ora il Cedig ne può utilizzare una sola al mese" dice uno degli urologi coinvolti... Coinvolto almeno per ora, il fatto che abbia molto chiaramente fatto i nomi di quelli che ritiene responsabili, mette un grosso interrogativo sulle prossime svolte della sua carriera..

CAPITOLO III: dove per quanto ci si sforzi, si finisce sempre con una fiasca di maloox
Il giornalista fa il suo mestiere e scrive il suo articolo, più o meno liberamente, più o meno bene, più o meno dettagliatamente. Avrà un suo target di riferimento non so, ma comunque deve o dovrebbe mantenere uno standard linguistico, etico, morale, eccetera eccetera. Generalmente non si può permettere di scrivere quello che vuole, e credo mai, come vuole. I commentatori invece sono il sangue, è il pubblico dell'arena, è la folla nell'orgasmo del pollice verso. In genere una testata on line si definisce anche dalla "qualità" dei suoi commentatori. Ecco i commenti presenti all'articolo, solo 6 per fortuna, danno veramente la nausea

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