venerdì 27 gennaio 2012

Spread this!




La storia di Megaupload la conosciamo tutti. Il classico caso in cui si butta il bambino e si tiene da parte l'acqua sporca. Il ragionamento (????) fatto dall'FBI - rivisto e interpretato copyright RI - è questo:
visto che su megaupload si possono trovare contenuti che per alcuni paesi, in alcuni casi, sono illegali, non ci basta sapere che i file in questione possono essere rimossi con una semplice mail inviata al servizio di cui sopra, no, vogliamo di più, vogliamo tutto! Il sito chiude, il proprietario lo arrestiamo, gli facciamo rischiare 50 (CINQUANTA) anni di galera, e fanculo l'avarizia.
Ma visto che la questione contestata è quella della violazione di copyright, c'è qualcuno che si chiede cosa può essere contestato a chi elimina e rende inaccessibile i tera o i peta di contenuti legali. Quantità di file legali sottratti illegalmente ai legittimi proprietari.
L’FBI ha causato danni incalcolabili (...)ben superiori ai presunti danni invocati dalle lobby, in un tentativo futile di prevenire ogni accesso ai contenuti caricati su Megaupload, alcuni dei quali avrebbero violato copyright secondo la legge americana. E siccome la rete e grande, e molti di questi “contenuti illegali” sono tuttora accessibili altrove, “l’azione non solo è futile, ma è anche un modo per ricordarci che questi file non sono necessariamente illegali in vari paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti”. Per contro, scrivono i Pirati, “chiudendo il servizio è stato impedito l’accesso a milioni di archivi di privati e organizzazioni, causando potenziali danni economici, personali e di immagine a moltissime persone”; a voler fare le pulci, poi, l’Fbi potrebbe aver violato gli articoli 197 e 198 del Codice Penale Spagnolo appropriandosi di dati personali


Chi di legge ferisce, di legge perisce (o così si spera)

join

Nessun commento:

Posta un commento